Angelo Augusto Montorio realizza dei tropi figurati, il cui disvelamento digrada entro note concettuali, sospese tra la realizzazione di un ancestrale nucleo e un’attuale visione di quest’ultimo.
Ivi risiede l’arcano quid, peculiarità dell’artista.
Il sapore di primievo, che egli imprime, addentro le opere, attraverso precisi tocchi di pennello, muta nel rintocco delle lancette di un meccanismo temporale, che divelle le barriere spazio/temporali.
La forza di questa andana dicotomica, i cui argini risultano così altalenanti tra il longinquo e l’oggi, dona vita ad una dimensione altra, la cui complessità tessutale diviene peculiarità della personalità artistica dell’esteta di Melzo.
Egli modula asserzioni e tenuità tonali con maestria, cosicchè l’astante venga involto in un imperituro rebus esistenziale.
La simbologia diviene, per l’artista, uno scelto linguaggio, che rende le opere al pari di risme figurate: le tele dispiegano la loro essenza nodale calcando, impalpabilmente, lo sfoglio dei significati, ivi impressi dall’autore.
Le tinte vibrano tra le impervie, intime, oscure note del mistero e altresì tra quelle che riconducono all’imperituro splendore dell’antichità.
La sue prose figurate consentono all’astante di perdersi in un immaginario interrogativo, per poi non ritrovarsi… e, in questo aliare, egli sposa l’ineffabile riservatezza custodita dall’arcano.
Un viaggio intimo e coinvolgente, quello edificato dall’artista, che lo contraddistingue, nel panorama artistico, per inusuale sceltezza espressiva e formale.
– Maria Marchese
Opere in mostra
“Fuoco azzurro”
Colori ad olio e acrili su tavola
79 X 50 cm
L’artista abbraccia, attraverso un arcano gioco di immagini e tinte tonali, l’essenza de “LA VELATA” , asprendone le fattezze.
Egli onora, così, una donna, il cui mesto percorso esistenziale l’ha resa incurante seppur consapevole dell’altrui giudizio.
Le sofferenze ne hanno segnato le sembianze fisiche e mutato lo spirito, con cui ella affronta la vita.
“Tra presente e passato”
Colori ad olio e acrili su tavola
50 X 50 cm
L’artista ammannisce uno scelto desco figurato, sospeso tra presente e passato, ove la mitologia sposa l’odierno.
Melpomene, dea greca della tragedia, diviene protagonista di una complessa dissertazione figurata, dove il quesito la fa da padrone.