Liliana Russi concreta intuitivi e ispirati nicchi, che divengono magione di preziosità contemplative.
L’autrice milanese aduna, sulla tela, l’immediatezza di un pensiero precipuo, carpito in seno al fuggevole momento.
Coltone, quindi, il fugace e spirituale brivido, l’artista lo traduce, attraverso l’impiego di frugalità materiche, in sensibili diastemi artistici, affinchè l’osservatore possa tangere l’ineffabile.
Le sue prose informali mutano in una percorrenza, che si dirime tra l’entità umana e quella superna.
L’esteta milanese ivi plasma non casuali contingenze, ove il contraddittorio tra materia e spirito si annichila;
esso evolve poi, naturalmente, in un nodale brano esistenziale, del percorso di maturazione individuale.
Ogni singola astrazione figurata dell’autrice consente, all’astante, di “toccare con mano” la dissertazione involta, poiché la rudezza formale si nullifica allorché sposa il contenuto riflessivo, in essa, impresso.
Liliana Russi foggia asprezze e virtù, dapprima, addentro la materia e le vivifica, poi, esprimendole mediante modulazioni tonali, che ne scandiscono vesti umorali e situazioni.
Nelle opere dell’artista, la rudezza dei dettagli formali digrada nella profonda levità del soffio mistico, armonizzandosi, così, in doctrinae vitae (insegnamenti di vita).
– Maria Marchese
Opera in mostra
“Abbraccio Neoplatonico”
Tecnica mista
70 x 80 cm
2020
Liliana Russi addova il Maestro nel superno: ivi egli osserva e muove le passioni.
Esse, impalpabili, si librano nel nitore dell’etere, conferendogli, un’inconsistente pienezza.