La sostanza dei ricordi, Raffaello, il Metateismo e il Nuovo Rinascimento
Pensare a Raffaello, pronunciare il suo nome evoca in me istantaneamente la commozione che provai dinanzi ad una sua opera: la Madonna del Cardellino datata 1506 ed esposta alla Galleria degli Uffizi a Firenze.
L’emozione provata ha originato quella impalpabile sostanza che comunemente definiamo ricordo.
Qualunque emozione, sia essa positiva o negativa, attiva la formazione del ricordo. Nei cassetti della nostra memoria giace un numero impressionante di ricordi, ma ve ne sono alcuni che definisco “meta-ricordi”. In che senso? Intendo dire che per tale categoria di ricordi nel momento esatto in cui si è originata l’emozione che li ha attivati, la stessa è stata una “meta-emozione”, una sorta di “rivelazione” che, amio avviso, solo due situazioni possono favorire: l’amore e l’arte.
Dunque ero lì, davanti alla Madonna del Cardellino pervasa da quel senso di “magia” di cui Raffaello ha intriso i suoi capolavori, un aspetto rilevato ed approfondito da Davide Foschi che accosta al nome di Raffaello Sanzio la qualifica di Mago del Neoplatonismo.
Avete presente il Cartone di S. Anna di Leonardo? Raffaello si rifà al Maestro, ne è grande estimatore e studioso, gli è amico e ne parla pubblicamente in contesti istituzionali ecclesiastici dipingendolo come il “più grande pensatore del suo tempo”. Eppure Raffaello, in pittura, a fronte della lezione sulla proporzione portata da Leonardo e da lui totalmente appresa, va oltre.
Quando il mio sgurado ha incontrato La Madonna del Cardellino ha trovato in Raffaello una pittura intrisa dell’anima dei personaggi raffigurati e non solo. Ho percepito un’atmosfera pervasa di grazia che riporta alla presenza del divino.
Osservatela di nuovo anche voi. Badate anche solamente a quel dettaglio del modo in cui il piccolo piede del bambino poggia su quello della madre. E allargate lo sguardo a tutta la raffigurazione, al rapporto fra i personaggi raffigurati, alla compostezza del volto della donna. Una madre consapevole del suo ruolo e già in grado di accogliere ogni effetto che la maternità porterà nel corso della sua vita, capacità derivante dall’immensità dell’amore materno che ciascno di noi, forse, potrebbe ritenere non pensabile e dunque non raffigurabile. Nella realtà non c’è madre che possa costantemente permanere in tale stato di grazia, ma non c’è madre, forse, che non aneli a sentire intimamente di provare tale emozione, sublime e fonte di forza per poter essere effettivamente materna nel pieno senso del termine. Amare, educare e saper accolgiere un destino diverso da quello immaginato per il proprio figlio. Una donna sposa, già figlia ed ora con l’auspicio di generare quella cui viene dedicata e ispirata l’opera che fu realizzata su commissione.
Raffaello sublima l’amore materno e lo riesce a raffigurare. Dice alla donna che la maternità sarà piena quando si concretizzerà in una via di ampliamento di coscienza.
Emozione, lacrime; nessun pensiero o sovrastruttura ad interrompere quel flusso, una sensazione di purezza totalizzante.
L’artista, in generale, in qualunque epoca si esprima, centra l’obiettivo di rimanere nella storia quando compie un percorso tale per cui, attraverso un meta-linguaggio, giunge alle coscienze a lui contemporanee ed altresì a quelle future perché la sua opera reca in sè caratteristiche di universalità. E’ l’Arte, per così dire eterna, specchio dell’anima che può ispirare generazioni e generazioni.
In linea più generale, l’Arte nel corso della storia, ha intuito ed influenzato il pensiero, gli usi e le consuetudini. L’Arte, non solo divulgata, ma soprattutto se frequentata reca in nuce tale potenziale. Qualcuno ha la responsabilità di riprendere il fil rouge e far sì che il compito dell’arte nella storia non si interrompa. E che la storia dell’umanità non si interrompa. E’ ciò che siè prefisso Davide Foschi affrontando il suo tempo, calandosi pienamente nella contemporaneità in cui le note dominanti sono la mercificazione dell’arte, una grande porzione di marketing ad unico scopo di ipnosi volta ad indurre consumismo sfrenato e più in generale un’epoca in cui tutto sembra valere giusto per l’attimo stesso in cui si manifesta per poi caducarsi ed estinguersi in un dimenticatoio, una sorta di macero del tempo e dello spazio, quindi, un luogo privo di memoria.
Un epoca che pare l’estremizzazione, forse, dell’idea futurista di interruzione con il passato, ma anche l’effetto della legge della ripetizione e riproduzione quantitativa e potenzialmente infinita dell’immagine nel cosmo quotidiano dettata da Warhol. L’insieme delle due tendenze portate in sintesi nel presente ipertecnologico, richiedono all’Artista di riassumersi una responsabilità. L’eterna responsabilità dell’Artista. Foschi aspira ed ispira il prossimo in tale direzione: nasce così l’avanguardia artistica del Metateismo che enuncia la teoria secondo cui l’Arte è lo specchio dell’evoluzione della nostra coscienza.
L’arte, cosa forse poco risaputa, si è già fatta carico in passato di essere fonte di evoluzione, benessere, terapia nonché di guarigione: basti pensare ai pellegrinaggi di un tempo intrapresi dai viandanti per poter fruire dei colori, delle forme, dei simboli racchiusi e sprigionati dalle Madonne col Bambino di Raffaello. Più di recente si è invertita la rotta intendendo l’arte come terapia nel senso attivo del termine per colui che la pratica, anche se al divenire artista col dipingere o con lo scolpire, parlando di arte visiva, spesso viene sostituita la più facile della decorazione, pur fantasiosa, ma assai lontana dal senso pieno dell’immaginazione e dell’arte visionaria. Con Foschi procediamo alla volta del riprendere il senso del “mago che agisce in noi” con un senso di apertura alla visione di un futuro possibile e costruibile a partire dall’oggi senza mai scordare il passato.
Ed ecco che allora si vive il rapporto con i grandi Maestri come Leonardo per il 500° nel 2019 o con Raffaello per il suo 500° in questo particolare 2020 non a scopo unicamente celebrativo, ma volendo comprendere e trasformare. Un simile compito non può certo esaurirsi con gli annid elle celebrazioni.
Davide Foschi intuisce che occorre rendere pieno il senso di Metateismo per un Nuovo Rinascimento e nasce così il movimento culturale di ampio respiro in cui convergono sia artisti di ogni branca sia professionisti e persone da ogni settore, in cui attori e pubblico condividono intenti neoumanistici. Le mostre portano l’afflato di un necessitato Nuovo Umanesimo nel loro percorso. In Villa Tittoni a Desio abbiamo portato un omaggio a Raffaello a partire dalla Madonna con Bambino di Foschi che esprime in senso contemporaneo ciò che Raffaello portò a livello figurativo, passando per il dialogo con le opere scultoree di Enzo Cosi, fino al percorso fra le cinque sale dedicate in cui temi fondamentali dell’oggi rievocano l’Urbinate.
Alcune ricerche attuali nell’ambito delle neuroscienze hanno verificato l’ipotesi secondo cui vedere un’opera d’arte induce nel cervello reazioni e conseguenti emozioni paragonabili a quelle che si generano specchiandosi nella persona amata. Vari esperimenti condotti dal prof. Semir Zeki hanno dimostrato la capacità dell’arte di indurre una sensazione di benessere direttamente nel cervello. Ritengo, intuitivamente ed anche sprimentando personalmente con molti visitatori, che gli studi porteranno ad avvalorare la nostra tesi secondo cui solo un Nuovo Umanesimo può generare un’Arte che possa dirsi “nata per l’eternità” e che pervada ed informi scienza, cultura, ambiente, educazione ed economia.
Ecco il senso del Metacoaching che ho fondato nel corso del 2013: percorsi, anche espositivi, in cui la persona possa accedere, attraverso l’arte, a percorrere un viaggio che apra alla possibilità di ricollegare il cervello al cuore. Un mantra che porto con me è proprio quello di “modellare la mente per comprendere il cuore”. E’ un collegamento ancora misterioso, senza dubbio non solo affascinante per esser compreso nel suo processo, ma anche indispensabile per permettere all’essere umano di riscoprire la sua vera essenza, quella, appunto, umana invertendo la rotta che ci sta portando verso la robotizzazione. Non lasciamo che la Luce si spenga del tutto, torniamo ad essere esseri umani. Viviamo l’arte, amiamola, apriamo il cuore, diamo vita, insieme, al Nuovo Rinascimento! Creiamo ricordi, possibilmente “meta”.
Siamo semplici: cosa portare con voi per visitare la mostra o il catalogo web che abbiamo creato? Proviamo a dirlo insieme a Philippe Daverio cui dedichiamo l’intera mostra: “La curiosità sarà anche un difetto e l’ozio un vizio, ma i due elementi, combinati insieme, sono un utile strumento di sopravvivenza. Per guardare le opere d’arte”.
Lasciatevi pervadere per Essere.
– Rosella Maspero