Biografia

Doris Harpers

Doris Harpers, artista e insegnante di pittura, attinge allo sconfinato repertorio di ricerche spirituali che fanno capo all’antroposofia, disciplina fondata da Rudolf Steiner.

Come il grande esoterista e filosofo di lingua tedesca, fautore della scienza dello spirito, l’artista trasmuta i segnali del mondo alla luce di una verità soprasensibile e la sua produzione è permeata dall’intima accoglienza di una realtà superiore. La sua personalità pittorica si esplica nella funzione lirica del colore, rivestito di grazia eterea come nube impalpabile.

L’artista del Nuovo Rinascimento, che ha esposto in numerosi paesi europei, mira a ricercare un legame fra le varie arti, ispirandosi spesso a poesie o brani musicali e facendo accompagnare le sue mostre da concerti e recitazioni.

Nel 2020 ha iniziato un nuovo progetto chiamato “Sol Solis”, con quadri ispirati a poesie sul sole. La forza espressiva dei valori cromatici, l’aspetto luministico prevalente sulla forma, il pathos proteso al trascendente, rendono Doris Harpers un’interprete delicata e attenta alla resa emozionale.

Ma non si pensi a un sentimentalismo di maniera: le sue opere instillano energia allo stato puro, invitando caldamente gli osservatori a imbarcarsi per la traversata interiore, da cui riemergere impregnati di nuove consapevolezze.

Testo critico

Il trittico di Doris Harpers è un tributo al Sole nel poema dantesco, allegoria spirituale della luce divina che tutto pervade. Il macrotema solare è declinato in tre distinte accezioni, tre opere corrispondenti alle relative cantiche della Divina Commedia: in ordine di esposizione, Inferno, Paradiso e Purgatorio. L’afflato cromatico si manifesta in graduali proiezioni luministiche e, come per un processo alchemico, scandisce la progressione dalle tenebre alla luce attra-verso una mistica ascesa, in perfetta aderenza al testo poetico.

Nel clima di perdizione dell’Inferno si scorge un rincuorante barlume di speranza: “Temp’era del principio del mattino / e ‘l sol montava n’su […]” (Inf. I, vv. 37-38), è la metafora divina che ridona fiducia al pellegrino smarrito nella tenebra infernale. L’opera di Doris Harpers illustra un Dante che, sebbene sperduto nell’intrico della selva oscura, riesce a intravedere un bagliore salvifico in fondo alla tetra boscaglia.

Il Paradiso dantesco segna il trionfo del Sole cristico: “vid’i’ sopra migliaia di lucerne / un sol che tutte quante l’accendea” (Par. XXIII, vv. 28-29). Doris Harpers posiziona l’opera al centro, collocata emblematicamente più in alto rispetto agli altri due dipinti, a suggellare il degno compimento del viaggio dantesco: il Sole irraggiante del Cristo si riverbera sulle anime beate, mentre Dante e Beatrice partecipano gioiosi alla gloria ultraterrena.

Nel Purgatorio, il Sole assume un ruolo di guida per le anime in attesa di «salire a le stelle» (Purg. XXXIII, v. 144), rigenerate dal fuoco purificatore. In questo caso Doris Harpers si ispira alle parole di Virgilio, a sua volta guida di Dante, che rivolge un’accorata preghiera al «dolce lume» (Purg. XIII, v. 16), per alcuni commentatori simbolo della grazia divina, per altri della ragione naturale. Il dipinto vede una vivida e potente luce propagarsi oltre l’orizzonte, irradiando il territorio brullo e scosceso dove vagano i pellegrini Dante e Virgilio. Con il suo mistico fulgore l’opera sembra suggerire che, dopo aver affrontato ardue prove, ogni cercatore sincero ottiene sempre una meritata ricompensa.

Angela Patrono

Opera in mostra

Doris Harpers

Il Sole nella Divina Commedia di Dante Alighieri

“Il Sole nella Selva Oscura”, “Il Sole nel Paradiso”, “Il Sole nel Purgatorio”

40 x 80 cm ogni singola opera

Anno 2021