Biografia
Liliana Russi
Artista ispirata e poliedrica, Liliana Russi si è cimentata con la pittura di ceramica per poi trovare il suo sbocco nell’olio e nell’informale, sua preponderante cifra stilistica, con incursioni nel figurativo.
L’incontro con Davide Foschi segna l’adesione al movimento artistico del Nuovo Rinascimento, che ha visto la sua partecipazione in diverse mostre.
Quella di Liliana Russi è una pittura profondamente evocativa che si dipana attraverso rimandi e corrispondenze arcane. L’artista conosce le segrete scorciatoie dello spirito e ci invita a percorrerle attraverso sentieri di colore mai casuali.
Attraverso il medium pittorico, Liliana Russi proietta su tela le inquietudini e i desideri del cuore umano, sede di emozioni ma anche di intuizioni, precognizioni e discernimenti.
Nella sua sensibilità introspettiva, attenta ai sussulti periferici dell’anima, riecheggia la celebre citazione di Carl Gustav Jung: «Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia».
Testo critico
Liliana Russi propone un’affascinante riflessione esistenziale dal sapore metafisico. Protagonista è l’anima umana, vista come una neonata che dalla sua dimensione iperuranica si appresta a calarsi, condotta dalla mano del Creatore, nell’“Inferno dei viventi”.
La piccola non può fare a meno di sbirciare con sgomento ciò che la aspetta: una visione bellica di edifici in fiamme, un impatto cruento con la barbarie terrena.
L’opera è incentrata su molteplici contrapposizioni dicotomiche: Paradiso e Inferno, nascita e morte, creazione e distruzione. Il mondo iperuranio della mente divina è caratterizzato da un raffinato tangram di costellazioni, mentre il piano terreno è reso con un impressionante cumulo di macerie infuocate. Il notevole contrasto cromatico tra le due distinte dimensioni è mitigato dalle sfumature di blu che convergono nella figura della neonata, avvolta da un’aura luminescente.
Ed è il titolo dell’opera, fortemente emblematico, a suggerire una potente chiave di lettura. Perché venire al mondo, giostrare nell’armonia degli opposti, integrare i contrasti, fluttuare nella beatitudine o ardere tra lingue di fuoco, sono tutte sfaccettature di un unico grande prisma, offerto gratuitamente con il dono della vita.
E, al di là dei temuti rombi apocalittici, l’immaginario di Liliana Russi lascia fiorire un delicato bocciolo di speranza. La stessa che risuona nelle parole del grande poeta Rabindranath Tagore: «Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini».
Angela Patrono
Opera in mostra
Liliana Russi
Chiamatemi Speranza
Olio su tela
140 x 80 cm
Anno 2022