Biografia
Matteo Boato
Chitarrista classico, ingegnere civile. Nel 2001 come un fulmine a ciel sereno sceglie la via della pittura come unica professione.
La sua attività espositiva è intensa sia in Italia che all’estero: Barcellona (S), Belfast (GB), Berlino (D), Bruxelles (B), Cheboksary (Russia), Dandee (GB), Dresda (D), Edinburgo (GB), Fukuoka (J), Gabala (AZ), Glasgow (GB), Groeningen (NL), Hakone (J), Hong Kong (Cina), Kirov (Russia), Lisbona (P), Londra (GB), Losanna (CH), Lugano (CH), Minamiashigara (J), Mosca (RU), Nizhny Novgorod (RU), Odawara (J), Parigi (F), Riga (LV), Rostov-on-Don (Russia), Siviglia (S), Sonthoven (D), St. Andrews (GB), Tarragona (S), Yaroslavl (Russia), Yekaterinburg (Russia).
Ha esposto in diverse mostre durante le varie edizioni del Festival del Nuovo Rinascimento: Lucca 2018, Villa Bottini, Milano 2019, mostra “Umanesimo”, Milano 2022, Centro Leonardo da Vinci – Art Expo.
Sia per il 2022 che per il 2023 è annoverato tra gli artisti della mostra permanente del Centro Leonardo da Vinci – Art Expo.
Tra gli eventi più recenti si ricordano la sua mostra personale presso la galleria Lazzaro By Corsi di Milano a febbraio 2023 e la sua partecipazione alla mostra concorso della 7° edizione del Festival del Nuovo Rinascimento “Nel mezzo del Cammin…tra guerra e pace”, che l’ha visto vincitore con il voto della Critica.
Testo critico
L’arte di Matteo Boato si impernia su una spazialità condivisa, impostata su un’attenta riflessione intorno al senso dell’abitare.
Lo studio del sostrato grafico si delinea in una visione d’insieme, si direbbe gestaltica, dove ogni elemento è orchestrato nell’intenzionale sinfonia – o sintonia – di movimenti impercettibili, scanditi da cromatismi tridimensionali.
Sono insediamenti di condivisione pura, che in un frammento circoscritto d’arte risaltano in tinte vive, illuminazioni pulsanti da immortalare e custodire nella memoria.
Ora et labora, dipinto dalla forte suggestione cromatica, non fa eccezione. La presenza antropica, segnalata dalle abitazioni, è ben inserita in una verdeggiante cosmogonia dalle tonalità ricche e pastose. Nell’opera spicca un vivace quanto coerente amalgama di natura e cultura: è la seconda ad adattarsi alla prima, nel segno di una rispettosa e armonica coesistenza.
L’afflato pittorico segue un percorso dall’andamento spiraliforme, ritmato da bianche delimitazioni, che riconduce a un fulcro, un nucleo primigenio dove tutto nasce e si rigenera, negli infiniti corsi e ricorsi della natura.
A dominare nella sua ciclica regalità è sempre il verde, proposto in molteplici declinazioni, che qui si manifesta in un respiro di ampia portata.
Angela Patrono
Opera in mostra
Matteo Boato
Ora et labora
Olio su tela
100 x 100 cm
Anno 2009