Biografia
Miriam Macchioni
Counselor, Ipnologa in tecniche di regressione e Istruttrice Yoga, facilitatrice di Reiki e di PSYCH-K®, una tecnica per l’integrazione emisferica e per la cancellazione delle credenze bloccanti.
Da un decennio sono studiosa e ricercatrice nel campo delle Scienze Tradizionali dell’India. Ho conseguito il Bachelor in Psicologia Indovedica con indirizzo Ayurvedico. Attualmente studio Jyotisha (Astrologia e Astronomia Vedica) e seguo corsi di Sanscrito.
Amo leggere, studiare e mi diverto scrivendo.
I miei libri sono di vario genere: poesie, romanzi autobiografici, racconti di fantasia, testi motivazionali, autobiografici e saggi sui testi vedici, in particolare sulla Bhagavadgita, grande opera filosofica di valore etico e spirituale.
Ho partecipato alla quinta edizione del Festival del Nuovo Rinascimento (Milano 2019) e rientro tra gli Autori in permanenza al Centro Leonardo da Vinci Art Expo Milano.
Recensione
Nel libro Una settimana nel futuro, Miriam Macchioni svolge un’interessante operazione profetica nell’immaginare come potrebbe essere la sua vita tra dieci anni traendo, da questo “salto in avanti”, preziosi insegnamenti per vivere meglio il presente e acquisire una maggiore consapevolezza.
Il significato che se ne trae è che il valore della profezia, inteso come “speranza positiva” nel nostro approccio esistenziale, è di sicuro fondamentale per poter affrontare in maniera fiduciosa il domani (specialmente in questo periodo difficile connotato da incertezze) mentre la profezia intesa come “capacità divinatoria di osservare a priori il nostro futuro”, non sembrerebbe essere una prerogativa favorevole.
La Macchioni ci ricorda che l’imprevedibilità della vita è uno degli aspetti più belli dell’esistenza. Il fatto di scoprire giorno dopo giorno lo svolgersi del nostro destino, è un fatto che ci aiuta a crescere, a maturare, a correggere il tiro se ci accorgiamo di aver intrapreso una strada sbagliata perché, come sottolinea l’autrice, i veri responsabili della nostra esistenza siamo soltanto noi.
Stefania Romito
Libro
Miriam Macchioni
Una settimana nel futuro
“Ero annoiata e stanca del mio presente ed espressi il desiderio di fare un salto nel futuro…
Cosa sarebbe cambiato?
Sarei riuscita a realizzare i miei sogni?
Ero curiosa di saperlo…
Dopo che il mio desiderio fu esaudito, mi svegliai nella camera di un lussuoso hotel, in una città sconosciuta, con gente mai vista.
Dopo un po’ di sconcerto, riuscii ad affrontare i contrattempi e a superare una settimana piena di appuntamenti e impegni ricchi d’imprevisti…
Un viaggio che mi ha permesso di conoscere posti e luoghi mai visti.
Un’avventura che mi ha concesso di comprendere quella parte sconosciuta di me e mi ha permesso di capire cosa fosse davvero importante nella vita.
Un’esperienza che ha favorito la mia ricerca di consapevolezza e di pace interiore”.
Intervista
– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è la scrittura per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino in qualità di scrittore?
Fin da piccola scrivevo. Mi piacevano le poesie e i gialli. Adoravo Agatha Christie, era il mio idolo. Poi ho smesso totalmente e ho iniziato a riscrivere nel 2009, dopo aver letto il libro The Secret di Rhonda Byrne.
– Se tu potessi andare a cena con un grande autore passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?
Andrei senza dubbio con Oscar Wild. Alle superiori quando abbiamo iniziato a studiare il Decadentismo, mi sono innamorata di tutti gli scrittori di quell’epoca. Il mio preferito era lui. Mi farei descrivere la società dei suoi tempi in maniera minuziosa; vorrei sapere chi frequentava, dove andava… magari la storia si è dimenticata di qualche particolare coinvolgente e interessante. Vorrei conoscere i suoi gusti, le sue emozioni e sentimenti. Ma soprattutto quando, come, dove scriveva e cosa lo ispirava maggiormente. Mi piacerebbe ascoltare la sua voce e vedere il modo di relazionarsi con gli altri. Lo farei discorrere per ore, così da poter apprendere meglio la sua personalità, il suo essere così creativo e anche molto sofferente. Ecco cosa diceva della sua esistenza: “Volete sapere il grande dramma della mia vita? È che nella vita ho messo il mio genio, nelle mie opere solo il talento.”
– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?
La bellezza è dentro di noi. Se la bellezza non risiede nel nostro cuore non possiamo vederla al di fuori di noi, in quanto noi osserviamo e percepiamo ciò che realmente siamo. Quello che vediamo fuori è la proiezione della nostra consapevolezza. Concordo con Socrate: “Fate ch’io possa esser bello nel profondo della mia anima.”
– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro: “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.
Il talento è scintilla; il genio, fiamma. Il talento è intelligenza potenziata; il genio, intelligenza ispirata. (Roberto Gervaso, Il grillo parlante). La genialità deve essere accompagnata dal talento e viceversa. Il genio crea, poi ci vogliono anche la coerenza, il rigore e la razionalità che sistematizzano e organizzano ciò che è arrivato dall’intuito e dall’ispirazione. Ma senza costanza e pazienza nulla sarebbe possibile. Spesso mentre rileggevo ciò che avevo scritto, mi dicevo: “Accidenti, ma da dove mi è arrivata tanta ispirazione?”. La genialità arriva dall’anima, quando siamo connessi con la parte più profonda di noi; il talento è già più materiale, qualcosa di più radicato. Noi nasciamo con i talenti ma se non abbiamo la capacità di metterli in atto, restano latenti e nascosti. È la genialità a riportarli alla luce. Il talento nell’antica Grecia era una moneta… ecco, se non riesci a spenderla bene, che te ne fai?
– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da scrittore, cosa ne pensi?
Credo che la Cultura in generale abbracci l’Economia, la Scienza, l’Arte in tutte le sue sfaccettature. Tutto è collegato, tutta la ricerca è espressione artistica. Purtroppo in occidente si tende a studiare e ricercare in modo separato, intervallato. In Oriente tutto fa parte di tutto e si studia in modo integrato e non separando le materie.
Il Festival del Nuovo Rinascimento ha un grande impegno: quello di far conoscere la Cultura. La Cultura ha il compito di permettere la crescita della società. Ha lo scopo di avvicinare e non dividere, poiché non è competizione. La Cultura è tutto ciò che possa ispirare e portare nel mondo la bellezza, la pace e la serenità. A mio avviso questa è Arte! E il Festival è festa, divertimento, gioia e allegria. Senza queste componenti la Cultura sarebbe monotona, soporifera e poco stimolante!
– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tuo tavolo puoi ammirare una splendida libreria che espone volumi di vari generi letterari, a fianco vedi anche un leggio che espone la Divina Commedia; il tutto è accompagnato da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci ora il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!
Sono vegetariana, quindi credo che partirei con fave e cicoria, poi una bella parmigiana, che adoro; friarielli saltati in padella con ottimo olio. Come dolce… accidenti io amo il cioccolato, quindi: tortino al cioccolato dal cuore morbido! Non bevo vino, prenderei una bella tisana al gelsomino o al Tè verde! Certo che in un ambiente così però, più che dal cibo sarei attratta dai libri, quindi credo che gironzolerei tra gli scaffali prendendo qua e là qualche opera da sfogliare… già il profumo della carta solletica la mia curiosità! Poi andrei al leggio per toccare le pagine della Divina Commedia, che m’immagino manoscritta su pergamena… Spero che qualcuno la legga con trasporto e devozione.
– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:
Fai agli altri quello che desideri sia fatto a te!