Biografia

Lorena Sambruna

Lorena Silvia Sambruna è nata a Milano il 03/10/1970.
Nel 2018 crea il progetto turistico, culturale e artistico VACANZEINARTE case vacanze sui navigli di Milano dedicati ad artisti.

È autrice del libro Amiche del cactus (edizioni Golem) con Diletta Dalla Casa, prefazione della giornalista e critico televisivo Alessandra Comazzi e recensione di Pupi Avati. Il libro è stato presentato nel 2014 e nel 2015 al Salone Internazionale del libro di Torino.

È autrice del libro di poesie Un bel posto si chiama poesia (edizioni Kubera), prefazione della giornalista e critico televisivo Alessandra Comazzi, introduzione di Mirella Marabese Pinketts. Fascetta di presentazione di Catena Fiorello Galeano.

Dal 2022, è inserita tra gli “Autori in permanenza al Centro Leonardo da Vinci Art Expo Milano”.

Recensione

Un inno alla speranza che si fa vita e che scava un varco in questo presente in cui le ombre dominano i pensieri e trasformano in oscurità i nostri sogni. La poesia, l’arte, in una parola la “Bellezza”, nelle liriche di Lorena Sambruna diventano antidoto elettivo per sconfiggere il tedio, l’abulia, l’inerzia esistenziale.

Poesia che eleva verso l’assoluto rinvenendo la parte più autentica di noi. Versi che hanno l’effetto di una carezzevole sferzata di fiducia in grado di dissolvere un presente che spaventa e che si tenta di delimitare al fine di derubricarne gli aspetti più angoscianti: «La brezza della primavera di luce filtra (…) c’è ancora vita» (in Sospesi).

Ma la poesia per Lorena Sambruna non è solo il porto sicuro nel quale rifugiarsi, in cui rinvenire tracce di magia. È anche paradigma vitale che riflette gli estatici aspetti dell’essenza umana in una soave fusione panteistica tra uomo e natura.

Stefania Romito

Libro

Lorena Sambruna

Un bel posto si chiama poesia

Non è semplicemente un titolo ma un vero e proprio inno, un mantra rigenerante per il nostro occhio interiore, così inaridito dall’orrore che da tempo il mondo presenta a tutti noi in formato virulento e invisibile.

Bellezza e poesia suonano come fossero formule magiche, ci appaiono alla pari di un’oasi nel deserto. L’arte, la cultura e la bellezza ci aiutano a vivere meglio. Anzi: sono l’essenza della vita stessa. Il resto è solo sopravvivenza.

Ne abbiamo bisogno soprattutto in questo momento storico e drammatico. La mia prima poesia è stata scritta ad inizio pandemia, sospesi. Siamo sospesi, siamo anime schiacciate da una vita immobile in attesa di un domani dove possiamo rivestirci d’azzurro. Nell’attimo c’è la vita.

Intervista

– Decolliamo volando dritti al punto: cos’è la scrittura per te e quando è scoccata la scintilla per intraprendere il tuo cammino in qualità di scrittore?

La scrittura, per me, è un percorso nella verità, si è “nudi” davanti al foglio bianco, la penna ferma i pensieri che scorrono. Scrivere è liberazione, è condivisione, è quello che rimarrà di noi. La scrittura è eterna. La scintilla è scoccata nel 2014 viaggiando, in varie città d’Italia ho trovato la vera ispirazione. Tanti luoghi ed incontri sono stati fondamentali per me.

– Se tu potessi andare a cena con un grande autore passato alla storia, chi immagini al tavolo con te? Siamo curiosi, raccontaci! Di cosa parleresti? Che cosa ti piacerebbe chiedergli?

Ernest Hemingway ed io siamo stati a cena insieme (ovviamente mi ha invitata lui!). Abbiamo parlato naturalmente di arte, cinema, libri. Di tecnologia, di internet. Verso la fine della cena gli ho chiesto: “con la vita spericolata che hai avuto, come avresti affrontato la pandemia?”. Poi mi sono svegliata .

– Fai parte del Nuovo Rinascimento e di un’Associazione come “Verso un Nuovo Rinascimento APS” che ha a cuore la diffusione della Bellezza nella nostra società contemporanea, in tutti i settori. Che ruolo ha per te la Bellezza? Diceva Dostoevskij che la Bellezza salverà il mondo, tu cosa ne pensi?

Per me la bellezza è elevazione dello spirito, è il piacere che irrompe nella nostra anima, è soprattutto estasi. La bellezza salverà il mondo? Credo proprio di sì. L’umanità ha bisogno di bellezza, di belle emozioni. La vita è come un ring e la bellezza la colora di gioia e di beatitudine. Il cammino nella bellezza non deve fermarsi mai. La bellezza è sacralità.

– A Milano abbiamo aperto il nuovissimo Centro Leonardo da Vinci Art Expo, centro artistico-culturale di via Carlo Torre 24 dedicato alla Genialità; qual è la tua visione della genialità? Ti è mai capitato di pensare od esclamare la frase, rivolta a te stesso o a qualcun altro : “Sei un genio!” Descrivi, se ti ricordi, la situazione.

Il genio per me è creatività, mente brillante, originalità. Ha la capacità di vedere di più e di sentire di più. I ricordi sono tanti dove ho esclamato che genio!!! Uno in particolare è legato allo scrittore Andrea G. Pinketts. Mi trovavo ad Alassio e con altre persone stavamo andando alla presentazione di un’artista che esponeva i suoi quadri realizzati con il sale. Andrea in quell’occasione presentava l’evento. Dopo aver ascoltato ancora una volta l’immensa cultura di Andrea, lui si avvicinò ad un’opera di sale e con la lingua diede “una poderosa leccata” urlando: è saleeee !!! Ed io sorridendo ho esclamato: Andrea sei un genio! Ed ora vieni che ti misuro la pressione!

– Una delle prerogative del nostro appuntamento annuale, il “Festival del Nuovo Rinascimento” è quella di unire mondi in apparenza diversi, come l’Arte e l’Economia, la Cultura classica e quella scientifica: tu, da scrittore, cosa ne pensi?

Solo in apparenza sono diversi perché, secondo me, sono forze che vanno a braccetto. L’arte rappresenta per l’economia un prodotto attraente, vedi il collezionismo e gli ingenti investimenti in opere d’arte. Il nostro patrimonio artistico deve avere anche l’utilità economica e produrre sempre bellezza. La cultura umanistica esplora la vita, i sentimenti, le emozioni. Per quanto riguarda la cultura classica e la cultura scientifica, la cultura scientifica vede solo la realtà mentre la cultura classica ci insegna invece il valore e il significato originale della parola e di come è importante ragionare con la propria testa. Secondo me c’è mancanza di cultura in questo senso, me ne sono accorta soprattutto in questo periodo di pandemia.

– Atterriamo con gusto: sei a cena e dal tuo tavolo puoi ammirare una splendida libreria che espone volumi di vari generi letterari, a fianco vedi anche un leggio che espone la Divina Commedia; il tutto è accompagnato da un perfetto sottofondo musicale: raccontaci ora il tuo menù ideale, dall’antipasto al dolce, vini inclusi. Orsù siamo in Italia!!!

Il mio menù ideale è tagliatelle al ragù… poi mi cade un occhio sul leggio con la Divina Commedia e allora diventa:

  • antipasto: crostini vari
  • primo piatto: spaghetti aglio, olio e peperoncino pensando all’inferno
  • secondo piatto: pesce con tante spine pensando al purgatorio
  • dolce: torta degli angeli preparata con pane degli angeli pensando al paradiso

Il tutto ovviamente con un buon vino bianco toscano.

– Ora che ci salutiamo lascia che il pubblico che ti legge si ricordi di te anche attraverso un tuo pensiero sintetico. La tua frase è:

Il mio pensiero ed il mio mantra è: ridere sempre, sdrammatizzare! Ho fatto mia la frase di Fryderyk Chopin: “Chi non ride mai non è una persona seria”.